mercoledì 14 marzo 2012

Servizi del porto di Termini e Palermo in mano alla mafia



L'indagine sembra essere soltanto all'inizio ma le premesse, se interamente confermate, hanno implicazioni di un certo rilievo. Dalla sezione "Misure di Prevenzione" del Tribunale di Palermo è arrivata questa mattina la misura cautelare dell'amministrazione giudiziaria di tre società, legate alla gestione dei servizi del porto di Palermo e Termini Imerese.
La sospensione cautelare per sei mesi dei vertici sembra essere la punta dell'iceberg di un'indagine ben più complessa che ha portato la Portitalia e la TCP sotto la lente d'ingrandimento della Direzione Investigativa Antimafia e della Procura Distrettuale Antimafia. Pare infatti che la mafia avesse una forte influenza sulle due società che gestivano la distribuzione delle merci, i trasporti e la logistica all'interno dell'area portuale palermitana.
Scorrendo la lista dei dipendenti di Portitalia, TCP e della società madre, la Newport, gli investigatori hanno trovato ben 209 nomi direttamente riconducibili a famiglie mafiose della zona, compresi alcuni nomi di spicco come Girolamo Buccafusca, considerato la primula rossa del mandamento di Palermo centro, i cugini Nino e Antonino Spadaro delle famiglia di Corso dei Mille, Giuseppe Onorato, vicino ai mafiosi Rosario Riccobono e Giovanni Graziano della famiglia di Partanna Mondello, ed il fratello del collaboratore di giustizia Francesco Onorato,  il sicario della mafia che ha confessato più di trenta omicidi fra cui quello dell’eurodeputato Salvo Lima.

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