Il presidente dell’Italia
dei Valori Antonio Di Pietro ha inviato una lettera al ministro dello Sviluppo
economico Passera e per conoscenza al presidente del Consiglio chiedendo
urgenti chiarimenti sulla situazione del gruppo Dr, dell’industriale molisano Massimo
Di Risio e sulle garanzie che è in grado di offrire come destinatario del
cospicuo finanziamento statale per l’acquisizione dello stabilimento Fiat di
Termini imerese.
Per l’acquisto, la società
di Di Risio dovrebbe ricevere dallo Stato 177 milioni di euro, 82 dei quali a
fondo perduto. Le voci ricorrenti sulle difficoltà economiche della Dr
Industrial/Dr Motor autorizzano però forti dubbi sulla reale solvibilità della
società molisana, tanto più inquietanti in quanto coinvolgono la sorte di 640
dipendenti “potenziali esodati”.
Non sono le sole ombre
addensate sull’operazione tentata da Dr Group. Lo stabilimento è destinato
esclusivamente all’imballaggio di un modello automobilistico, mentre la Dr
Motor di Di Risio (ribattezzata per l’occasione Dr Industrial, ma cambia solo
il nome) si è sempre occupata di prodotti finiti e in rare occasioni di
semilavorati. Mai dell’assemblaggio.
Pr aggiudicarsi il
finanziamento statale, Di Risio si è impegnato a produrre tre o quattro
modelli: missione più o meno impossibile dal momento che a Termini c’è una sola
linea di produzione.
La Dr commercia in modelli
di cilindrata diversa (e incompatibile) rispetto a quella cui è destinata
l’unica linea di Termini Imerese.
Per questa somma di motivi, Di
Pietro chiede al governo di verificare la reale opportunità di affidare a Di
Risio il cospicuo finanziamento per Termini ma anche che sia reso pubblico il
piano industriale presentato dall’imprenditore molisano. Di tutto hanno bisogno
i lavoratori di Termini Imerese tranne che di una nuova speculazione sulla loro
testa e sulle loro vite.
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